Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 17 marzo 2012 A soli 55 anni (era nato il 14 febbraio 1957), dopo aver combattuto il cancro per sette anni in modo indomito, Fulvio Forrer è stato purtroppo domato dalla malattia. È morto giovedì 15 marzo, alle 9 del mattino, nella sua casa di Lavis, accompagnato nell’estremo passaggio dalla moglie Claudia, che in tutti questi anni, insieme ai figli Lisa e Tobia, gli è stata a fianco con una dedizione totale, commovente ed esemplare. Fulvio Forrer era conosciuto in tutto il Trentino - ma anche in molte realtà dell’Alto Adige, dove aveva collaborato con l’architetto e assessore all’urbanistica di Bolzano Silvano Bassetti, anche lui morto prematuramente nel 2008 -, ma aveva un raggio di azione e di impegno che superava ampiamente i confini provinciali e regionali. Forse il motto che più gli si addiceva era quello fatto proprio dall’ecologismo di tutto il mondo: «agire localmente, pensare globalmente». «Agire localmente» per lui significava - dopo la laurea in urbanistica a Venezia nel 1982, finalizzata proprio alla problematica residenziale in Sudtirolo in relazione al «fattore etnico» - essersi dedicato per trent’anni esatti ad affrontare sia professionalmente, sia nell’impegno ecologista e politico, tutte le problematiche urbanistiche ed ambientali del Trentino nella sua dimensione provinciale, ma anche di innumerevoli comuni e realtà territoriali. E per questo si era fatto conoscere e stimare da tutti: per la sua competenza scientifica, per la sua dedizione professionale, per il suo impegno civile. «Pensare globalmente», per Fulvio Forrer significava studiare i problemi ecologici e ambientali, urbanistici e socio-economici nella dimensione più ampia, europea e planetaria, per avere piena consapevolezza del contesto generale in cui si inseriva la sua attività quotidiana nel suo Trentino. Giovedì pomeriggio, a poche ore dalla sua morte, con sua moglie Claudia e col nipote Andrea, aprendo il computer che aveva tenuto a fianco del suo letto di sofferenza, abbiamo estratto un suo curriculum che aveva minuziosamente tenuto aggiornato fino alla fine. Ne sono emerse, nell’arco appunto di trent’anni, decine di pubblicazioni, centinaia di relazioni tenute per i soggetti più diversi in tutto il territorio, decine di studi di impatto ambientale e di programmi di miglioramento ambientale e paesaggistico, innumerevoli lavori in materia urbanistica e di tutela del paesaggio: una lettura mozzafiato, fatta col groppo in gola mentre il suo corpo giaceva ancora nel letto, a fianco dei suoi strumenti di lavoro, a cui si era dedicato fino agli ultimi giorni. Sapeva di dover morire e ne parlava con sua moglie e i suoi figli, preparando se stesso e i suoi familiari all’ultimo passaggio. Ma lo faceva senza disperazione: si avvicinava alla morte continuando ad amare la vita in tutti i suoi aspetti, dando una testimonianza esemplare di coraggio e di serenità con se stesso e con chi gli era più vicino. Ancora poco più di due settimane fa, il 28 febbraio aveva voluto partecipare ugualmente, pur in carrozzella, essendo uno dei relatori ufficiali, a una importante serata promossa da «ViviLavis» nell’auditorium comunale, dedicata ai rapporti tra pianificazione urbanistica e ambiente, con particolare riguardo alla Vas (Valutazione ambientale strategica), temi di cui era uno degli specialisti più accreditati. Quella sera i dolori furono troppo forti, e dovette farsi riaccompagnare a casa prima di riuscire a parlare: un applauso solidale e commosso delle centinaia di partecipanti salutò l’annuncio del venir meno della sua relazione, quasi un presagio del venir meno della sua persona di fronte ai concittadini del comune in cui aveva scelto di vivere ormai da tanti anni. Proprio perché si stava preparando alla morte, Fulvio Forrer aveva chiesto ai familiari di avere il proprio funerale e la propria sepoltura a Folgaria, da dove era originaria la sua famiglia (da Mezzomonte, per l’esattezza). E nell’ultimo periodo della sua vita si era dedicato anche a ricostruire lungo i secoli le radici «cimbre» dei suoi avi, preparando un album con tutti i nomi, le foto, le note biografiche dei vari componenti della sua genealogia, in modo da condividere queste memorie familiari e queste «radici» storiche con tutti i parenti, specialmente i più giovani, perché non dimenticassero mai da dove era venuto il loro ceppo familiare. Giovedì, accanto al suo letto di morte ho ritrovato anche quel fascicolo, che aveva voluto così intitolare: «Un singolo, una famiglia, un ceppo: la storia siamo noi. La famiglia Forrer nel tempo». Me l’aveva mostrato con gioia alla vigilia di Natale, insieme ad un fumetto che aveva preparato per divulgare la storia non solo della sua famiglia, ma dell’intero territorio di Folgaria: «I Cimbri e la Magnifica comunità». Educazione ambientale, progettazione partecipata, analisi e tutela paesaggistica, ambiente alpino, piste ciclabili, mobilità sostenibile, Agende 21, governare il Trentino, pianificazione del territorio, parchi naturali, parchi fluviali, parchi agricoli, vivibilità urbana, antropizzazione turistica nell’ambiente alpino, il verde in città, tutela degli insediamenti storici, trasporto pubblico urbano, riforma dell’ordinamento urbanistico, bacini idrografici: questi alcuni degli argomenti affrontati nei suoi studi, nelle sue relazioni, nei suoi piani, nei suoi scritti. Un lavoro davvero infaticabile, portato avanti sino all’ultimo, anche quando ormai le forze gli mancavano e l’appuntamento finale si stava avvicinando in modo inesorabile. Fulvio Forrer ha lavorato con lo stesso impegno per le amministrazioni locali come per le associazioni ambientaliste (Wwf e Legambiente), per i Verdi (di cui faceva parte attiva fin dall’inizio) come per la Cipra (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi), per l’Inu (Istituto nazionale di urbanistica) come per Trentino mobilità, per il Comitato provinciale per l’ambiente come per l’European council of town planners (Consiglio europeo degli urbanisti). Per questo ha lasciato in tutti - negli ambiti e negli ambienti più diversi - il ricordo delle sue capacità, della sua abnegazione, della sua generosità, spendendosi fino all’ultimo. Oggi, sabato 17 marzo alle ore 15, nella Chiesa parrocchiale di San Lorenzo a Folgaria, in molti gli daremo l’estremo saluto, con una grande tristezza nel cuore per la sua morte così prematura, ma anche con la gioia di averlo conosciuto, stimato ed amato. Una tristezza e una gioia che vogliamo condividere con chi, in tanti anni di sofferenza, gli è stato vicino con tanta forza, con tanta serenità.
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MARCO BOATO vedi anche: Ad un anno dalla
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